Bahrain-Merida, Nibali: “Vincere ancora il Tour? Magari l’anno che viene…”
Vincenzo Nibali ha già la mente sul 2019, nonostante i tanti rimpianti che si trascinerà dietro di questo 2018. La sfortunata caduta al Tour de France è ancora viva nella sua mente e per dimenticarla definitivamente è necessario tornare a vincere il prima possibile. A Il Lombardia ci è andato vicino, venendo anticipato solamente da un Thibaut Pinot in stato di grazia, ma la sua ultima affermazione risale ormai alla Milano-Sanremo, quando è riuscito a compiere uno dei capolavori migliori della sua carriera.
“La Sanremo non può bastare a salvare la stagione – ha ammesso il capitano della Bahrain-Merida a La Stampa – A un altro corridore potrebbe bastare, a me no perché quella caduta mi ha rovinato la stagione.[…] Ora sto bene e ho cominciato la preparazione anche in palestra per riequilibrare i muscoli della schiena e la postura”.
Per lui, così come per i suoi rivali, l’indecisione se scegliere il Giro d’Italia 2019 o il Tour de France 2019 sta caratterizzando il suo inverno, anche se la decisione finale dovrebbe arrivare nelle prossime settimane. “Se spero ancora di vincere il Tour? Si ci spero, magari già quest’anno che viene – ha continuato lo Squalo dello Stretto – Tra Giro e Tour decideremo a giorni, dipende dai programmi del team. Hanno comunque percorsi interessanti, anche se il Giro mi manca molto e il percorso del 2019 mi stuzzica“.
Dopodiché vorrà confermarsi anche a livello di classiche di un giorno, provando a dire la sua alla Milano-Sanremo, nella quale si presenterà da campione in carica, e alla Liegi-Bastogne-Liegi. Se alla Sanremo sarà sicuramente più osservato rispetto all’anno passato, alla Liegi dovrà ritrovare le gambe del 2012, quando fu beffato da Maxim Iglinskiy, che nel 2014 sarebbe poi stato squalificato per doping. “L’ho sfiorata nel 2012, ero solo in fuga e mi cadde il mondo addosso quando mi raggiunse e superò nel finale Iglinskiy. Vittoria sospetta? Non lo so, ma mi ricordo che quel giorno non c’era l’antidoping. Da secondo arrivato mi presentai all’antidoping, ma mi dissero che non c’era. Mah”.
Come aveva già fatto intendere, i suoi programmi futuri si estendono quantomeno fino alle Olimpiadi di Tokyo 2020, quando andrà a caccia di una medaglia sfuggitagli a Rio 2016: “Alle Olimpiadi ci penso, su un percorso con 5 mila metri di dislivello. Mi brucia ancora come ho perso per una caduta a Rio 2016. Per altri due anni voglio togliermi ancora delle soddisfazioni, poi vedremo”.
Infine una battuta sul tanto discusso ritorno di Andrea Tafi, che sta facendo di tutto per trovare un contratto e correre la Parigi-Roubaix: “Non credo voglia vincerla, forse ha nostalgia, comunque i suoi obiettivi credo siano altri, scientifici, mediatici. Mi sembra un po’ il Grande Fratello”.
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